Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo..che sia proprio di quella farfalla la colpa del mio uragano dentro. un blog per scrivere, per riflettere, per sfogarsi, per raccontarsi, oppure semplicemente per poter dire tutto quello che spesso non si ha la voglia o il coraggio di dire. Tante righe per poter dire a tutti che sono ancora viva e tento un tuffo dove l'acqua è più blu...


Ed è proprio quando nel freddo delle 7 del pomeriggio trascino con il braccio penzolante la mia valigia per i marciapiedi sentendomi le macchine infuriate sfrecciare alla mia sinistra ,che non posso far altro che sentirmi una pedina di un sistema che mi vuole esattamente come non mi voglio io. Quando sono tutta intontita dal rumore dei traghetti che attraccano e dal freddo che mi prende le ossa che penso quando sia passiva a questa situazione che mi avvolge e mi sconvolge come un'onda violenta che parte da lontano e si frantuma contro uno scoglio in riva al mare. E' tutto così meccanizzato e costruito a pennello che mi fa paura. Mi sento come su una giostra impazzita che va velocemente e gira,gira,gira e io sono li sopra ferma immobile senza potermi muovere e senza aver alcuna volontà/possibilità di scendere... Nel frattempo che penso a quanto io mi senta inutile il mio tragitto tortuoso continua irrefrenabile e sto già attraversando la strada, calpestando le strisce pedonali bianche sotto i miei stivali bagnati, i miei capelli in preda ad un vento così pungente che mi sento anche bloccata nel pensare.. e il tempo scorre,sono in ritardo e non me ne accorgo,corro senza nemmeno farci caso,la mano sta per cedere a causa di una valigia sempre fin troppo pesante, e alla fine eccomi qui. Ancora ferma,tutto è fermo e io sono alla stazione seduta su qualche panchina di marmo a congelare le ultime zone della mia pelle che erano rimaste caldi(o quasi). Nell'oscurità di un pomeriggio Natalizio in una stazione semi deserta ci sono ancora io li,stringo in pugno il biglietto di viaggio,lo stringo più forte per non farlo volare via,sennò la mia impresa sarebbe stata tutta vana. I treni continuano a sfrecciare indisturbati e silenziosi rispetto al rumore sordo che rimbomba dentro la mia testa. ECCOLO! E' il mio, scatto felinamente contro quel treno che mi porterà ancora una volta dentro quella gabbia d'oro che odio ed amo. Spingo la mia valigia dentro e affaticata mi siedo accanto al solito sconosciuto,il quale come tutti gli sconosciuti del treno della domenica silenzioso si fa i fatti suoi, guarda il buio fuori dalla finestra, legge qualche pagina di un giornale scaduto e ogni tanto incrocia il suo sguardo con mio con aria del tutto indifferente. Io sono già annoiata,i miei pensieri si suicidano ripetutamente ogni qual volta che butto lo sguardo fuori dal finestrino verso le luci soffuse e lontane che sembrano rincorrersi alla velocità del vento.. Fermata dopo fermata ed eccomi arrivata. Scendo con aria appesantita, attorno a me tre o quattro anziani annoiati di stare nelle loro case. Mi guardo intorno e poi sono pronta per aspettare l'ennesimo passaggio verso il checkpoint. Ormai sono arrivata, è meglio non pensarci più..
c'è troppa calma qui.
-SERENA
C'è una teoria secondo la quale ognuno dentro sè stesso conserva in modo particolarmente sinistro una parte meno benevola della solita che mostra quotidianamente al mondo. Possiamo intenderla come altra faccia della medaglia, o Stevensonianamente parlando Mr Hide, ma comunque resta il mistero se questa sorta di alterego ''cattivello'' esista davvero.
Probabilmente sono solamente paranoica, la mia testa è un macellaio matto che affetta esperienze che macino giorno dopo giorno,lentamente o troppo celermente giorno dopo giorno.La mia testa sta per impazzire, troppe immagini, troppi suoni, troppi ricordi zuppi di illusioni,troppa gente indesiderata,troppa gente troppo desiderata,gente che mi è entrata dentro l'anima, e poca gente che ne è riuscita a scappare in tempo. Ma la sinfonia Beethoviana numero '9 aumenta sempre di più il suo ritmo incandescente, aumenta aumenta aumenta e ancora labbra sfiorate,urla,cuori strappati,lacrime,risate,sudore di due corpi caldi,sangue..la melodia scende,decresce fino a far rilassare la mia mente ...MA E' SOLO UN INGANNO! Riecco l'accendersi dei toni, il crescere tempestivo del ritmo,il rincorrersi delle note inesorabilmente vicine e accavallate tra loro, la mia testa non ha tregua. E' UNA TORTURA piacevole


Sono qui seduta su un muretto freddo di fianco al mare di febbraio alle 7 della sera di un venerdì qualsiasi..guardo consumarsi la mia prima Luky strike del pacchetto, la vedo li in fondo alla mia mano, immobile che brucia nella sua calma e tranquillità, lentamente si è inghiottita 3 minuti della mia vita,il fumo mi riscalda almeno un pò le guance rosse dal freddo e dalla brezza che sale dal mare. L'odore del mare mi piace. D'inverno mi tranquillizza, mi fa pensare all'equilibrio che c'è fuori dal mio corpo e dalla mia mente, tutto l'equilibrio che regna costantemente nonostante tutto.
Seduta al tavolino freddo e metallico di un bar del centro, attraverso fumo e luci sono scappata dalla porta sul retro del mondo e ho visto le cose diventare più piccole la paura diventare tentazione. Adesso tutto è un riflesso visto che ho percorso la mia strada attraverso questo labirinto. Nell'arco di una settimana, sette miseri giorni, 168 ore piene di niente è accaduta una cosa che non capitava da un bel pò...Mi sono sentita viva di nuovo. BRUTTO DA DIRE, BRUTTO DA PENSARE, BRUTTO DA SENTIRSI ADDOSSO,ma è così. Timidamente e al contempo bruscamente si è risvegliato qualcosa dentro me..non vorrei espormi + di tanto su questa sensazione priva di razio che non so spiegare per il semplice fatto che non ho capito bene nemmeno io cosa sia in realtà. Dopo una stupida settimana, sette maledetti giorni e 168 ore piene di tutto, mi rendo conto che non sono altro che cenere..cenere al vento.. priva di importanza,priva di consapevolezza,priva di realtà,priva di consistenza..trasportata dal vento e sparsa ovuqnue, sotto la pioggia incessante di questi mesi, immersa nel rumore sordo che mi spacca i timpani, senza nessuna armonia o ritmo. Nascosta dietro il fumo di un'altra sigaretta incendiata troppo presto guardo quello che succede attorno, immobile. Non riesco a muovermi.
